Vedere la vita oltre le apparenze

La presentazione de "I giochi di Maya" a Bologna

E’ una domenica grigia e piovosa, un po’ sonnacchiosa, quasi autunnale…
...e c’è questo curioso evento, “I giochi di Maya”, proposto dall’Associazione Nuova Acropoli di Bologna.
Di cosa si tratta, cosa sono i “veli” che ci circondano, sotto i quali possiamo vedere le “piccole Verità”?
La locandina dell’evento è bella e colorata, la donna della locandina è concentrata ed ispirata da una forza
vitale, potente, anche ad occhi chiusi vede oltre le apparenze.
Già, le apparenze… concetto più che mai attuale, al centro di discussioni ed interpretazioni sia umane che
filosofiche.

Ad aiutarci a sbrogliare questo enigma, sono in pista quattro personaggi diversissimi fra loro, interpretati da
quattro volontari dell’Associazione. Si tratta di uomini e donne a cui tutti noi possiamo ispirarci, per
scoprire il nostro intimo, più autentico e profondo.
La sala dello spettacolo è accogliente, ricorda i piccoli cinema parrocchiali di una volta in cui si proiettavano
i film della domenica pomeriggio.
I volontari hanno organizzato il servizio video e foto e sono pronti per “immortalare” la performance
teatrale. Dietro il palco si percepisce l’atmosfera di tensione e concentrazione di tutti (attori, presentatori,
addetti alle luci, ai mixer e alle musiche) per interpretare al meglio lo spettacolo.

Chissà quanta preparazione c’è stata dietro: le tante prove, la ricerca dei personaggi, degli oggetti di scena,
l’organizzazione della location, la regia, la scrittura dei testi, l’impegno ad immedesimarsi nelle quattro
figure proposte. Finalmente calano le luci, il palco si illumina ed inizia lo spettacolo.
Quattro storie personali, che trasmettono nel loro campo un esempio per tutti noi nella quotidianità:
 

 

 Il musicista metal Jason Becker: resilienza e passione;
una stella nascente della chitarra, immobilizzato dalla
SLA, ma che, trovando un altro sé più profondo, si
riscopre ancora capace di comporre musica.
 

 

 

 

 L’atleta parolimpica Martina Caironi: tenacia e slancio; giovane vittima di un incidente stradale, ma che trova stimoli e motivazioni
nell’avvicinarsi all’atletica leggera, diventandone una campionessa
e testimonial.

 

 La ricercatrice del CERN Fabiola Gianotti: armonia e simmetria; appassionata e spensierata nelle discipline artistiche fin da piccola, viene folgorata dal mondo affascinante della Fisica e ne diventa una massima
esponente, grazie a un’educazione improntata al
sacrificio.

 

 Il regista di teatro patologico Dario D’Ambrosi: integrazione e umanità; una promessa giovanile del calcio bloccata dal padre.
Vive in un periodo storico in cui si discute fortemente il problema della malattia mentale con la chiusura dei manicomi,
sceglie come regista di dare voce alla realtà dei pazienti tramite l’arte teatrale.


Gli attori, tutti vestiti di nero, veicolano i principi universali trasmessi dai quattro personaggi.
L’emozione e la concentrazione di tutti è alta e quando ogni attore termina il suo ruolo, dietro le quinte cala
la tensione accumulata. Il bello è anche questo: condividere e gioire di un lavoro ben fatto, frutto di un
percorso filosofico che accomuna le persone.
Terminato lo spettacolo, emerge l’entusiasmo del pubblico per l’interpretazione data ai quattro personaggi,
cogliendo il senso delle virtù profonde rappresentate.