I Giochi di Maya

Maya gioca con noi e noi giochiamo con lei. Ma chi è Maya? Nella filosofia orientale Maya è l’Illusione, o meglio, la realtà illusoria.

Dietro un mondo che ci appare così tangibile, consistente e concreto, diremmo “reale”, si nasconde infatti l’essenza dell’effimero, del transitorio, che reale lo è solo per un periodo, per poi non esserlo più. Come i tratti di un viso, un oggetto qualsiasi, un’emozione o un’opinione, tutto ciò che transita in questo mondo dipinto da Maya è destinato a passare, ad un incessante scorrere, alla trasformazione, lasciandoci giusto il tempo di credere nella durata, di legarci ad una stabilità fragile che è tipica del continuo cambiamento. I saggi di ogni tempo ci hanno messo in guardia con molti miti, metafore e racconti, perché imparassimo a distinguere le forme passeggere, con cui Maya ci intrattiene quotidianamente, dalla Realtà più profonda che un buon osservatore può imparare a riconoscere nelle trame del suo gioco.

Ogni buon gioco, infatti, nasconde delle verità se si è disponibili a cercarle e si acuiscono altri sensi oltre a quelli fisici. In caso contrario, il rischio è quello di essere distratti dal suo tenerci impegnati, rimanendo abbindolati dalle sue mille possibilità e sfaccettature, fino a trovarsi imbrigliati nella rete di Maya. Legati alle caduche apparenze, allo scorrere delle giornate con le immagini, i fatti, le persone che si susseguono, immersi nel flusso, dimentichiamo di andare alla sostanza delle esperienze, di cogliere qualcosa di più duraturo dalla fugacità e mutevolezza della vita.

Potremmo trascorrere 100 inverni senza aver imparato a vivere la ciclicità dell’esistenza; stare tra gli esseri umani senza sapere come conviverci ed accettarne la diversità; amare gli animali e non conoscere da loro come usare opportunamente gli istinti; vedere che tutto è movimento e desiderare ancora che qualcosa non si trasformi.

Nel suo giocare con le forme che cambiano, Maya non può che portare con sé un messaggio che va oltre l’apparenza delle cose e le supera, avvicinandoci quindi alla durevolezza ed alla vera stabilità, quella delle leggi naturali, tramandate dalla saggezza dei popoli per migliaia di anni ed interpretate spesso inconsapevolmente da noi tutti. Quelle che ci uniscono agli uomini del passato, ai nostri contemporanei, alla natura che ci circonda, ed ai popoli del futuro, allargando i nostri orizzonti a tal punto da metterci forse in difficoltà.

Siamo abituati all’idea che tutto scorra, ma rimane comunque un’intrinseca necessità di stabilità nell’essere umano che lo porta a scegliere un luogo come casa, a credere nella costruzione di relazioni durature, a realizzare un percorso professionale. Sebbene tutto questo si faccia e si disfi, senza smettere di sorprenderci, possiamo imparare ad avere riferimenti stabili, a tramandare, in un mondo in divenire, i messaggi validi che saremo riusciti a leggere.

Come negli altri suoi testi, tra cui ricordiamo Filosofia per Vivere e l’Eroe Quotidiano, l’autrice ci consegna ad una visione filosofica, sviluppata in decenni di studio e conduzione dell’Organizzazione Internazionale Nuova Acropoli, offrendoci una chiave di lettura attuale ed utile per imparare ad osservare quanto ci circonda con una “lente di approfondimento” e fare degli incontri con la quotidianità delle vere lezioni di vita.

Questo libro è un invito a sollevare i veli di Maya, i veli dell’Illusione, per guardare alla natura più intima della realtà, di quanto ci circonda, degli alberi, degli animali, degli esseri umani, di noi stessi, della società. L’autrice ci convoca a sviluppare un nuovo punto d’osservazione, quello di chi osa collocarsi un attimo fuori dalla corsa dei giochi per cercare significati, ed imparare davvero ad essere co-autori del gioco stesso.

PARTECIPA AGLI EVENTI DI PRESENTAZIONE!